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Il 18 marzo del 1615 furono rinvenuti nelle catacombe sottostanti la basilica antiochense i sacri resti di Antioco il santo moro sulcitano, da quel momento a Domusnovas e nei villaggi limitrofi all’omonima isola fu un prosperare di Antiogo e Antioga. Si chiamavano Antiogo il padre e Antiogo il figlio e per distinguerli si appellavano il “grande” o il “minore". Talvolta in famiglia c’era Antioga la madre e Antioga o Antioghedda la figlia. Spesso il nome di Antiogo si dava a più di un figlio, il quale era identificato meglio con l'imposizione di un secondo nome.

Nel 1655 i villaggi di Domus Nova e Villa Massarja, insieme a Càller e Iglesias erano ancora immuni dal contagio pestilenziale. Essendo imminenti i festeggiamenti in onore di Sant'antioco, solo i loro abitanti poterono assistere a questi nell’omonimo villaggio e chi più del santo martire che era stato medico poteva essere invocato contro la peste e ogni sorta di pestilenza!
Chi avesse voluto omaggiare le sue reliquie appena ritrovate, fu munito di “patente sanitaria”, resa obbligatoria dalle "crida" del Re, era valida quaranta giorni, salvo non avere avuto contatti con infetti o luoghi contaminati.

E’ documentato che, nell’aprile 1655, in occasione della festa di Sant’Antioco, il notaio cagliaritano Sadorro Pruna era stato incaricato, al seguito del commissario Don Antiogo Carcasona e altri componenti la Giunta del Morbo, di impedire che nell’isola di Sant’Antioco entrassero persone provenienti da villaggi colpiti dalla peste, ad eccezione degli abitanti di Càller, Iglesias, Villa Massarja e Domus Nova che a quella data non risultavano ancora contagiati.

File di pellegrini, chi a piedi, chi a cavallo o sui carri, e tra questi, certamente, anche domusnovesi, si diressero verso il luogo sacro per pregare al cospetto del martire e scongiurare il "castigo de Dios" nel proprio villaggio e fu questa ragione, probabilmente, che incrementò l’uso del suo nome tra gli abitanti del paese e in tutto il circondario.

L’uso del nome Antiogo e Antioga si protrasse fino alla fine del 1800 quando gradatamente scomparve quasi del tutto.

G.Villasanta

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-bibliografia: "Castigos de Dios, La grande peste barocca nella Sardegna di Filippo IV" di F.Manconi-

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