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Sa die de is mortus
Festa di San Giovanni Battista
Panattèras
La breve vita di
Grazia Raccis
Racconti dalla miniera
Aspettando Cabudannu
Domusnovas
al tempo della peste
Sa Festa manna
SA DIE DE IS MORTUS Delia un giorno mi raccontò: - "Mamai preparava il sugo di tamatiga frisca con un galletto ruspante. Finalmente dopo giorni e giorni a mangiare sempre minestra di ceci, minestra di fagioli, minestra di piseddu...la tavola veniva imbandita con fumanti malloreddus conditi con questo delizioso sugo. Non mancavano mai le deliziose pabassinas che le sue sapienti mani preparavano con su sceti, le noci del giardino, mandorle, uva passa e la dolcissima sapa (il mosto cotto ore e ore, in sa forredda, dentro un enorme calderone assieme a una mela pidongia che "magicamente" lo faceva addensare dandogli un aroma e un gusto che ormai pochi conoscono!). In ogni casa si faceva a gara con is mandadas: questo portalo a nonna, mi diceva, naradda: "ddu mandara mamai po's'anima de aiaiu, e custu potaddu a tziu Antiogu che non ha nessuno, po is animas de su purgadoriu" Ma in Sa die de is Mortus l'eccitamento maggiore per Delia era: - "Tottus is pippius, e calincunu mannu, passastisi de domu in domu a domandai calincuna cosa PO IS CHI SONANTA" infatti, quando Delia era bambina, negli anni '20 del 1900, il 2 novembre giorno dei morti, il rintocco delle campane a lutto iniziava al'alba e finiva al tramonto. senza interruzione. Chi si prendeva l'impegno di tale incombenza, di solito due o tre uomini, non poteva lasciare il campanile neanche per mangiare, così si effettuava una questua per offrire loro del cibo. Si passava di casa in casa con cesti e una grossa pentola chiedendo: ddu faidi su beni po is'animas, po is chi sonanta? Chi voleva metteva quel che poteva: un mestolo di malloreddus incasausu, due o tre culurgiones, legumi cotti, pane e quant'altro: la fame era tanta e non ci si poteva permettere di essere schifiltosi.Tra le offerte per gli uomini che durante tutto il giorno sarebbero rimasti sul campanile a suonare a lutto non mancava mai un grosso e lucido pan'e saba. Durante quel lungo giorno l'atmosfera era surreale, un suggestivo silenzio avvolgeva le case, le strade illuminate dalla luce fioca de is lantias alle finestre, uno per ogni defunto della famiglia, a indicare la strada di casa alle anime...qualcuno lasciava un piatto di fave sulla tavola così le anime avrebbero potuto sfamarsi anche solo con l'odore...si comunicava a gesti e a bassa voce per non disturbare la quiete delle anime...il tempo scandito dal ritmo ossessivo delle campane e ...arrivata la notte..esse continuavano a risuonare nella testa...dan dan dan dan dan. Anche se non chiedevano dolcetto o scherzetto, Delia e tutti i suoi compagnetti ricevevano comunque qualche leccornia o un frutto e si divertivano un mondo a fare questo gioco, che gioco non era, ma era rendersi partecipe ai bisogni della comunità, erano e si sentivano parte integrante della collettività; Tutti avevano bisogno di tutti, e i bambini lo sapevano, glielo avevano insegnato i grandi.
Piazza della Carruba
Domusnovesi in America
Saluti da Filippina
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