
Panattèras

Ancora oggi, l'arte della panificazione a Domusnovas è praticata nel rispetto della tradizione e per la realizzazione del pane vengono utilizzati ingredienti genuini e semplici, impastati con arnesi da lavoro antichi e arcaici (senza tuttavia sottovalutare il grande aiuto dalla tecnologia odierna).
Fino ai primi decenni del Novecento, Domusnovas, ricco di corsi d'acqua, era rinomato per i suoi mulini idraulici dove venivano macinati giorno e notte i migliori cereali e grano del circondario. Non è perciò un caso che le donne domusnovesi, tranne poche eccezioni,fossero abilissime in quest'arte.
Oltre al fabbisogno famigliare, molte trasformarono le loro abilità in vera e propria fonte di reddito: chi per arrotondare i magri guadagni dei loro mariti, altre come unica e provvidenziale attività di sostentamento, in quanto vedove.
Tra loro ricordiamo:
CATERINA CUCCU domiciliata in "Cortiois",
EMMANUELA SPIGA e CATERINA CADDEO in "Funtana",
ANNA CONCAS e GRAZIA SODDU in "Aje di Sopra",
GIULIANA LAMPIS in "Aje di Basso",
GRAZIA PERRA in "Girili",
ANTONIA CONCAS, CATERINA PODDANA e GRAZIA SCANU in via "Dritta" ,
PEPPINA SODDU in "Cortiois", e
TERESINA ROSAS in "Bruncu Porcus"
(da: "Domusnovas, dalle origini al '900" pag 246-247 Elenco Attività Commerciali 1852, di
Roberto Costa e Edilio Canavera
Fortunamente, l'abilità e l'arte delle nostre antenate sono state sapientemente tramandate e rivivono inalterate nelle mani di molte compaesane e, come un tempo si rispetta rigorosamente il procedimento della panificazione con "su frumentu", il lievito madre: un pezzo d'impasto conservato dalla panificazione precedente, considerato come la cosa più preziosa di casa e custodito anticamente in appositi canestri con coperchio,"su cofanettu 'e su frumentu".
Primo e inderogabile compito di una "massaja" era dunque la panificazione. Fin da bambine, le ragazze venivano formate ed erudite dalle loro madri e nonne, che a loro volta avevano appreso dalle loro ave, trasmettendosi vicendevolmente segreti e competenze, tutto ciò unicamente con l'emulazione e la pratica.Era perciò naturale avere attorno a sé uno stuolo di bimbi che semplicemente guardavano, ascoltavano e imitavano il fare millenario dell'arte bianca.
Si panificava ogni 15-10 giorni, solitamente il venerdì o il sabato. Il rito della lavorazione del pane iniziava prestissimo.
Prima dell'alba, non più tardi delle due del mattino, le donne di casa erano in piedi, accompagnate talvolta da comari o vicine di casa che aiutavano e che, non avendolo, facevano uso del forno in comune.
Nella realizzazione del pane si dovevano seguire rituali ben precisi, quasi magici, perchè la farina e la semola, "su sceti" e "sa simbua" che attraverso la lievitazione si trasformavano in alimento fragrante, avevano indubbiamente qualcosa di straordinario.
Tra i tanti riti scaramantici, oltre al segno della croce sulla pasta prima della pezzatura del pane, ricordiamo quello di gettare nel forno ogni residuo di farina o grumi di pasta avanzati in "sa scifeda" o sul tavolo di lavoro; se cadeva, il pane, doveva essere raccolto e baciato; non doveva stare sulla tavolo capovolto...
Desideriamo ora ricordare una per una le altre antiche "panattèras" i cui nomi vengono riportati nello "Stato utenti Pesi e Misure del Comune di Domusnovas" tratti sempre dal libro "Domusnovas dalle origini al '900" di R.Costa e E.Canavera.
Tra i quali, è probabile che alcuni di voi ritrovi quello della propria nonna, bisnonna o trisavola.
1914: ANTONIA e TEODOSIA UCCHEDDU, CHIARA ZUDDAS, CHIARA LAI, GRAZIA LEBIU, GIUSEPPA LECCIS, LUCIA SPADA, MARIA ISOLA, PASQUALINA SABA, ROSA CUCCU, ROSA PITTAU.
1923: BARBARA SAIU, CAMILLA CAREDDA, RAFFAELA BALLOI.
E inoltre, anni '30-'40: ANGIULINA CANNAS, BARBARA CABITZA, GRAZIA PINTUS e GENESIA MASSA (sfollata da Cagliari causa i bombardamenti del "43) che panificava in "Bucch'e Proccus".
