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Piazza della Carruba 

com'era

Ogni luogo, ogni pietra, ogni albero ha una sua storia da raccontare: la nostra. Ed è importante per una comunità conoscerla.

Fino a poco più di un secolo fa l’abitato di Domusnovas, che contava poco più di 3000 anime, si estendeva da nord a sud rimarcando gli antichi confini che la caratterizzavano fin dal periodo medievale. 

A partire dai primi decenni del Novecento il paese, lentamente, si amplia abbracciando i territori limitrofi a nord ed a est.

Le località periferiche dell’abitato indicavano nel loro toponimi le differenti caratteristiche morfologiche del territorio

  • Is Xeas (a nord): indicava un pianoro ai piedi della montagna.

  • S’Arritzolu (a est): era una zona irrigata da un importante ruscello.

  • S’Acqua Sassa (a est): indicava una zona acquitrinosa di acqua salmastra.

  • Su Pranu (a sud): era la zona più pianeggiante adatta al pascolo fuori dall’abitato

Anche antiche strade di collina, vengono inglobate nell’abitato, come la strada vicinale di  Monte Murvonis e la strada vicinale di Fenugus, mentre restano pressoché immutati, essendo delimitati dal rio San Giovanni, i confini a ovest.

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fonte: Archivio di Stato Cagliari, mappe catastali comune di Domusnovas

Nella seconda metà del 1900, l’abitato di Domusnovas, assume pressoché l’impianto urbanistico attuale. Is Xeas, S’Arritzolu, S’Acqua Sassa e Su Pranu sono ormai parte dell’impianto urbanistico attuale

Anche le antiche strade di collina, sono completamente inglobate nell’abitato, come la strada vicinale di Monte Murvonis diventata via Ariosto e la strada vicinale di Fenugus diventata viale della Libertà  Campo di Baseball

e via Zurigo

I confini ovest  tuttavia, continuano ad esistere quasi immutati. Altre località periferiche iniziano ad essere interessate all’espansione dell’odierno impianto urbanistico: Sa Mura a sud  e Sa Ferradia e Su Nuraxi  a  ovest.

 

 

La strada vicinale di  Mont’e Murvonis denominata oggi via Ludovico Ariosto, prendeva il nome dall’omonimo monte, saliva in direzione di Monte Acquas e, lambita per un tratto da un ruscello ora scomparso,  costeggiava la località Schina su Zinnibiri e attraverso s’Arcu de su Linnamini arrivava a Baiois, dietro le Grotte San Giovanni. Era la strada che anticamente veniva usata per il trasporto del legname e del materiale minerario prima che le grotte diventassero transitabili.

 

La strada vicinale di Fenugus comprende oggi il viale della Libertà e l’area degli impianti sportivi del Campo Baseball e via Zurigo. Partiva dal territorio omonimo di Fenugus dirigendosi verso la periferia nord del paese e si univa alla strada de is Murvonis all’estremità sud formando una sorta di V.

A est della strada Fenugus, si trovava una località denominata Guardia de is Perdas inglobata anch’essa nel nuovo impianto urbano.

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fonte: Google maps

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fonte: mappe catastali Domusnovas sez.A fg 18 all.2

Nei primi anni ‘70 del 1900 si registrò un considerevole incremento demografico con una conseguente espansione edilizia, inoltre, molte abitazioni si trovavano in condizioni malsane e inadeguate. Tale situazione portò il “Consiglio Comunale di Domusnovas a stabilire di acquisire, mediante l’applicazione della legge 167, aree per edilizia economica e popolare”.

A tal fine deliberò di affidare la compilazione di un piano di zona edilizia economica e popolare a dei progettisti in ottemperanza della legislazione nazionale LEGGE 18 aprile 1962 n. 167.

I Comuni destinatari  ad usufruire di questa legge erano in prima istanza quelli con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti  e/o che abbiamo altri requisiti  specifici, tra questi:

  •   avere in atto un incremento demografico straordinario

  •   avere una percentuale di abitazioni malsane

Gli elementi presi in considerazione per la determinazione del fabbisogno di area per accedere a tale progetto furono:

  •  incremento della popolazione negli ultimi 10 anni

  •  movimento migratorio negli ultimi 10 anni

  •  necessità di rinnovo dell’edilizia esistente, di cui  circa il 30% poteva essere considerata inadeguata.

Il piano comprendeva:

  •  n. 3 zone residenziali (con rete viaria e parcheggi)

  •  n.1 scuola materna (non realizzato)

  •  n.1 scuola media (non realizzato)

  •  n.1 parco verde (Piazza della Carruba)

  •  n.1 parco verde sportivo (Campo di Baseball)

  •  n.1 centro commerciale (con eventuale mercato rionale)

Con tale norma l’ente pubblico aveva facoltà di “espropriazione” per pubblica utilità, non solo per interventi pubblici, ma anche per quelli destinati a residenza popolare. I primi documenti riguardanti l’approvazione del piano di zona ex Legge 167/1962 risalgono al febbraio del 1976, nei quali viene identificata la località Is Ceas (is Xeas nella vecchia toponomastica) a nord dell’abitato, per la localizzazione e la superficie interessata al progetto.

 

La progettazione del Piano di Zona 167 e relativi elenchi ditte da espropriare e planimetrie viene redatto nel 1977 e presentato alla Regione Autonoma della Sardegna che da parere favorevole.   

Si avviano le pratiche di espropriazione a ciascun proprietario. Vengono espropriati poco più di 11 ettari tra pascoli, seminativi, pascoli cespugliati e un fabbricato rurale. Terreni che da generazioni venivano coltivati da famiglie contadine tra le più antiche del paese: i Carta, i Saius, i Diana, i Peddis e la famiglia Rubiu Meloni.

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fonte: SardegnaFotoAeree anno 1968

In mezzo a questi campi arati resistono al tempo una manciata di sughere e i ruderi di una costruzione molto antica,

ma cosa ci stanno a fare quelle antiche querce in mezzo ai campi arati e quella costruzione quasi in mezzo al niente?  Ma soprattutto questi campi di chi erano, chi li coltivava?

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fonte: SardegnaFotoAeree anno 1978

Raccontano, i viaggiatori del Ottocento, che secoli fa la Sardegna era ricoperta da boschi tra i più grandi e imponenti che avessero mai visto durante i loro viaggi nel sud Europa.

Sughere gigantesche e lecci secolari, lentischi e mirti mai sottoposti a diradamento che formavano un tale intreccio di rami e di verdi chiome da nascondere  la vista del cielo.

Alberto della Marmora visitò diverse volte il villaggio di Domusnovas durante la sua lunga permanenza in Sardegna. Lo descrisse ai piedi del Marganai, irrorato da ruscelli che innaffiavano i giardini di aranci. Fu rapito dalla bellezza delle selve e dalle numerose sorgenti della valle di Oridda Ma avvertì parimenti, il pericolo che il taglio indiscriminato delle foreste che si stava attuando in quei decenni,  avrebbe causato in futuro.

Il fabbisogno di legname per le miniere e per la costruzione della ferrovia era smisurato. Le foreste sui monti a nord del villaggio furono abbattute ad un ritmo furioso. Era un’epoca in cui il legname era un affare d’oro, quasi quanto i filoni d’argento delle miniere dell’antica Argentaria.

Albero dopo albero, interi boschi scomparivano. Tanti animali si ritrovarono senza una tana e a poco a poco le sorgenti lasciate al sole delle infuocate estati sarde si asciugarono, il rio Murvoni scomparve così come tanti altri di cui non si ha più memoria. Gli animali non trovarono più dove abbeverarsi, alcuni di loro scomparvero, come i cervi e i mufloni, abitatori antichissimi di quei luoghi , abbandonando per sempre il loro Mont’e Murvonis e Perd’e Cerbu.

Altri diminuirono come numero o si allontanarono più a monte. L’80% dei boschi sardi fu abbattuto in tale periodo.

Ma,  alcune vetuste sughere si salvarono nella piana di Is Xeas, a nord dell’abitato di Domusnovas, a ricordarci gli antichi splendori di quelle arcaiche foreste. Testimoni di un tempo passato, di tante fatiche e di immane lavoro sui campi dei nostri Antichi.

La maggior parte di quei campi erano di proprietà della famiglia Rubiu alla quale vennero espropriati per costruire la zona 167. Dagli anni ‘60 fino ai primi anni ‘70 il signor Rubiu, si affidava per la coltivazione dei suoi terreni al signor Luigi Saiu, noto Gino, sul quale riponeva grande fiducia e stima. Signor Luigi Saiu arava, seminava, mieteva e trebbiava per la famiglia Rubiu non solo i terreni di Fenugus, is Ceas e Guardia ‘e is Perdas ma anche gli altri loro possedimenti disseminati nel circondario di Domusnovas.

Per signor Rubiu, Luigi era il suo braccio destro, il figlio maschio che non aveva potuto veder crescere e non prendeva nessuna decisione sul lavoro dei campi se non dopo averlo consultato.

I campi producevano la miglior qualità di orzo e avena del paese. Per la mietitura e s’incungia, nel mese di Argiolas c’era un gran fermento in quei campi e nei terreni attigui.

Quintali e quintali di cereali venivano poi ammassati, stipati fino al tetto in su magasinu ‘e su lori, costituito da quattro loggette con apertura rivolta a sud  situato al centro del podere. Sarebbero stati poi venduti durante tutto l’anno ad altri contadini per la semina successiva  o per il fabbisogno familiare. Di questa costruzione rimangono oggi solo dei ruderi ed è molto probabile che essa sia una sovrapposizione, perpetuata nei secoli, di altrettante opere murarie su antichi edifici. Il rinvenimento di oggetti in ossidiana e diversi monili  durante i lavori  nella 167 attesta che  la zona era sicuramente abitata anche in tempi remoti.

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fonte: foto Circhiola anno 2020 antichi ruderi 

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fonte: SardegnaFotoAeree anno 1998

La famiglia Rubiu-Meloni, chi era?

Meloni Virginia nata nel 1881 era figlia di Antonio e di Chiara Carta.

La nonna materna di Virginia, Doloretta Saju, apparteneva ad una delle più grosse famiglie di messajus domusnovesi.  Suo nonno materno, Michele Carta, ricco proprietario terriero, fu sindaco del paese per tanto tempo. Così come anche il nonno paterno, Salvatore Meloni, proprietario di due mulini.

Virginia era una donna molto ricca e importante a Domusnovas, una di quelle donne che per diritto, il giorno del matrimonio avrebbe potuto indossare sa mantiglia.

Nel 1908 sposò Giuannicu Rubiu nativo di Iglesias. Giovanni Rubiu, noto tziu Arrubieddu, classe 1875 era figlio di contadini. Sicuramente non benestanti come sua moglie. La loro unione fu benedetta dalla nascita di tanti bambini ma solo due di loro sopravvissero: Luigina e  Antonino. Tziu Giuanniccu Arrubiu, grato alla vita per la grande fortuna avuta nel aver incontrato Virginia, aveva una ottima disposizione d'animo e faceva ogni sforzo possibile atto a promuovere la felicità e il benessere degli altri. Era dunque un filantropo, a suo modo altruista e solidale nei riguardi della comunità. Ma nel 1933 il suo unico figlio maschio fu “chiamato da Dio tra gli angeli nel concerto celeste e , a dieci anni, lasciò gli adorati genitori e la diletta sorella per godere la beatitudine eterna”. (epitafio della tomba di A,Rubiu)

Dopo anni di estrema sofferenza per il grave lutto abbattutosi nella loro famiglia, tziu Giuannicu e sua moglie Virginia Meloni vollero donare alla parrocchia alcuni loro terreni ubicati in Su Pranu a sud del paese per la costituzione del primo Campo Sportivo a Domusnovas, che venne inaugurato nel 1949 e intitolato al loro figlio Antonino, morto prematuramente.

Il campo sportivo “Antonino Rubiu” fu per lungo tempo il primo e unico impianto sportivo per i giovani atleti domusnovesi e punto di partenza per un incremento della diffusione delle discipline sportive nel paese.

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Virginia Meloni 1881 - 1966

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fonte; coll.Costa Canavera 1949

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fonte; coll.Costa Canavera 1949

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Rubiu Giovanni 1875 - 1974

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fonte; coll.Costa Canavera 1949

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fonte; coll.Costa Canavera 1949

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