
Domusnovesi in America

Agostino Isola e famiglia fonte: coll.circhiola
La partenza, le speranze
Agostino Isola, domusnovese, parte da Marsiglia il 30 luglio 1910 con la nave “Germania”. Era precedentemente emigrato in Tunisia e lavorava come minatore a Metlaoui. Insieme a lui il compaesano Giovanni Usai anch’egli minatore proveniente da Metlaoui dove evidentemente lavorava insieme ad Agostino. Arrivano a New York dopo 15 giorni di navigazione il 14 agosto. Passati davanti all’imponente Statua della Libertà, che funzionò come faro dal 1886 al 1902, sbarcano a Ellis Island, l’Isola delle Lacrime, e insieme ad altre migliaia di persone vengono sottoposti ai rigorosi controlli medici e amministrativi nel palazzo della Dogana.
Hanno in tasca rispettivamente $110 e $ 72. Si erano pagati l’attraversata dalla Francia all’America con i loro guadagni raggranellati in Africa ma non avevano il biglietto per la destinazione finale. Infatti ad oltre 500 km di distanza, a Kaylor in Pennsylvania, li aspettavano dei loro conterranei e un parente prossimo di Giovanni: Emanuele Usai e Sidi Capp Pietro (probabilmente Siddi Cappai Pietro) che erano stati a loro volta compagni di lavoro in Tunisia. I controlli alla dogana erano severi e molto rigidi, nessuno degli addetti parlava altre lingue oltre l’inglese e i nuovi arrivati erano sottoposti a tante domande e a scrupolose visite sanitarie.
Agostino ha 28 anni è minatore e non è sposato. La sua ultima residenza è stata Constantine in Algeria, la sua famiglia risiede a Domusnovas, Italia. Sa leggere e scrivere, dichiara di essere italiano “del sud”, di non essere sposato, non poligamo, non anarchico. Le sue condizioni di salute fisiche e mentali sono buone; non è deforme, non è paralitico. E’ alto 5 piedi e 6 pollici (poco più di 167 centimetri), carnagione scura, capelli neri e occhi castani. Giovanni ha 45 anni, è minatore, sposato. La sua ultima residenza è stata Constantine in Algeria, sa leggere e scrivere. E’ cittadino italiano “del sud”. Dichiara di non essere poligamo né anarchico. Le sue condizioni di salute fisiche e mentali sono buone; non è deforme, non è paralitico, presenta una cicatrice sul petto. E’ alto 5 piedi e 4 pollici (162 centimetri e mezzo), carnagione scura, capelli e occhi castani.

SALVATORE ISOLA, domusnovese, parte da Le Havre il 28 giugno 1913 con la nave “La Provence” e arriva a
New York il 05 luglio.
Con lui viaggia un conterraneo, compagno di lavoro e di avventura RAIMONDO MURGIA. Entrambi lavoravano in Tunisia, nel centro minerario di Metlaoui. Richiamati in America dai loro compagni arrivati qualche anno prima, sperano di ricongiungersi a loro e costruirsi un futuro migliore. La loro destinazione finale è Summerville in Pennsylvania dove Agostino Isola, residente da tre anni, ha trovato una buona occupazione e una bellissima moglie, Caterina Stilisano, calabrese. Salvatore e Raimondo, arrivati a Ellis Island si sottopongono anch’essi all’iter burocratico della registrazione presso la dogana. Salvatore afferma di avere 23 anni, minatore, non è sposato. Non sa leggere né scrivere. Dichiara di non essere poligamo, non anarchico. Ha in tasca una somma di $ 560 ed è atteso da suo cugino Agostino Isola a Summerville.
Dai controlli sanitari risulta che è in buona salute fisica e mentale, è alto 5 piedi (152,4 cm), carnagione chiara, occhi e capelli castani, non ha nessun segno particolare. La sua famiglia d'origine è a Domusnovas, Italia. Nell’ottobre del 1920 Salvatore si trova di nuovo in Sardegna, è tornato per sposare la sua ANNETTA domiciliata a Villamassargia. Dopo alcuni mesi dalle nozze, il 1° gennaio 1921 i due si imbarcano dal porto di Boulogne-sur-Mer con la nave “Old North State” e arrivano il 15 gennaio a Ellis Island.
Annetta ha 25 anni sa leggere e scrivere, intanto anche Salvatore ha imparato e non solo, legge e scrive anche in inglese, ed è diventato muratore. Annetta gode di buona salute, è alta 155 cm., ha carnagione rosea, occhi e capelli castani. Luogo di nascita Iglesias. Possiedono $200 e si dirigono dal loro parente prossimo Agostino Isola in Pennsylvania, Summerville. Raimondo dichiara di avere 28 anni, minatore, non sposato. Sa leggere e scrivere. Non è poligamo, non è anarchico. Ha in tasca 460$ ed è atteso dal fratello Antonio anche lui residente a Summerville, Pennsylvania. Tutti, precedentemente occupati in Tunisia presso Metlaoui. Le sue condizioni di salute fisica e mentale sono buone. E’ alto 5 piedi, carnagione chiara, occhi e capelli castani. Segni particolari nessuno. Luogo di nascita Gonnosfanadiga.

DI AGOSTINO, SALVATORE E ANNETTA CONOSCIAMO IL CONTINUO: AGOSTINO SI SPOSò CON CATERINA STILISANO, EBBERO 5 FIGLi: MARIA, LUIGI, TERESA, ROSSI, FRANCESCA E GIUSEPPINA E POI NIPOTI E PRONIPOTI. SALVATORE E ANNETTA EBBERO 6 FIGLI: MARY,RITA, AGOSTINO, JOSEPH, VERONICA E JOHN E POI NIPOTI E PRONIPOTI. TUTTI I LORO DISCENDENTI VIVONO SPARSI NEGLI STATES TRA NEW YORK, CINCINNATI, ERIC, KITTANING, DU BOIS, CHICAGO, PITTSBURG, WASHINGTON. DI GIOVANNI E RAIMONDO NULLA SAPPIAMO MA CI AUGURIAMO CHE ANCHE LORO ABBIAMO TROVATO UN PO’ DI FORTUNA E CHE ABBIAMO CONTRIBUITO ANCH’ESSI COME ALTRI MILIONI DI IMMIGRATI (ITALIANI E NON SOLO) A FARE GRANDE LA STORIA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA.
Lo sbarco a Ellis Island

Eccola lì, appare sempre più grande fino a comparire nella sua immensità e struggente fascino, sembra di poterla toccare, con i suoi 93 metri di scultura che sovrastano l’approdo a Ellis Island. Faro di ingresso della città di New York, la Statua della Libertà, dà il benvenuto alla follia di chi parte, all’amore di chi accoglie. Durante la breve traversata, durata meno di 15 minuti, cerco di immedesimarmi in loro, in uno dei circa 12 milioni di migranti arrivati dall’Europa poco più di un secolo fa. Tra questi, due miei lontani antenati Agostino e Salvatore. Cosa provano dopo settimane di navigazione in navi sovraffollate, sporche, prive di qualsiasi confort, con la fame che buca lo stomaco. Cosa sperano di trovare in questa terra fantasticata da tutti e che chiamano “la Merica” ? All’orizzonte lo skyline di New York, cosa vedono gli occhi di quelle genti nate e cresciute in case di fango con al massimo un piano superiore? Il traghetto lentamente attracca. Benvenuti a Ellis Island,” l’isola delle lacrime e della speranza” annuncia la guida. Ellis Island, un isolotto di fronte a Manhattan, fu la prima tappa per milioni di immigrati dal 1892 fino ai primi anni ’50 del 1900. Quasi la metà degli americani di oggi può rintracciare nella propria storia familiare almeno una persona passata per quest’isola, la Lampedusa d’America.

L’accesso all’antica stazione di smistamento, trasformata ora in Museo dell’Immigrazione, porta ad una grande sala, la Sala dei Bagagli, dove i viaggiatori vengono invitati a lasciare i loro poveri fardelli, e sottoposti ai controlli previsti dal Governo Federale. Tra misere valigie e logore ceste mi colpisce un grosso baule in legno con un nome scritto a pennellate Evagelina A.Varia Trenton N.Y. solo a fine visita scoprirò che i bagagli in mostra in quella sala erano appartenuti a coloro che non erano stati accettati e che per la disperazione si buttavano nelle acque gelide del fiume Hudson piuttosto che rimbarcarsi per il viaggio di ritorno!
Agostino e Salvatore, i protagonisti di questa storia, sbarcati a Ellis Island nei primi anni del 1900, poterono ritirare i loro bagagli e proseguire per la loro avventura. Lascio insieme a loro l’immenso androne d’ingresso e ci avviamo per le ispezioni mediche, fin troppo invasive! dopo le quali chi ha bisogno di ulteriori accertamenti viene marchiato col gesso sulla schiena. Agostino e Salvatore non sono storpi, ne rachitici, né danno segni di disturbi mentali, secondo la legislazione americana dell’epoca sarebbero stati subito espulsi e riportati indietro dalla stessa nave da cui erano sbarcati. Andiamo avanti. Siamo nella Sala di Registrazione per espletare le parti burocratiche. Non capiscono l’inglese e dopo comprensibili difficoltà, riescono a fornire il loro nome, luogo di nascita, non sanno leggere né scrivere ma hanno un mestiere: sono minatori, e questo è un bene. Perché a New York non ci sono miniere ma è in piena fase di costruzione la metropolitana, e c’è bisogno di mano d’opera, di persone che sappiano scavare e vivere al buio,sottoterra!

Vengono misurati, pesati, controllati centimetro per centimetro, trovano che Agostino ha una cicatrice sulla schiena. Viene annotato. Non sono anarchici né hanno carichi penali e anche questo è un bene, questo vuole l’America! Peccato che provengano dal “sud Europa”, poiché insieme a quelli dell’est sono considerati inferiori. L’ispettore lo mette in evidenza nero su bianco nel registro. L’ispettore esige anche sapere quanti soldi hanno in tasca e come e da chi gli è stato pagato il viaggio, Agostino e Salvatore per fortuna hanno un po’ di risparmi, $ 300 guadagnati in Tunisia grazie al loro lavoro da minatori, e finito il lavoro in nord Africa non hanno voluto ritornare in Sardegna a gravare sulla famiglia. Hanno preferito andare oltre, saltare l’oceano in cerca di fortuna come avevano fatto altri loro compagni di lavoro. Alcuni loro conterranei li aspettano, e anche questo è un altro punto a loro vantaggio. Hanno qualcuno che garantirà per loro.Ottengono il permesso di sbarco.

Devono ora fare il biglietto, la difficoltà della lingua è sempre il più grosso ostacolo, ma c’è sempre un italiano più intraprendente di te che ti affianca e ti aiuta, ora hanno il biglietto in mano. Per non sbagliare a prendere il treno se lo appuntano sul bavero della logora giacca in modo che il controllore del treno legga la destinazione e indichi loro quello giusto su cui salire. Ultima tappa, prima di iniziare a vivere il sogno americano: la Scala della Separazione. Una gradinata che porta all’uscita è suddivisa in tre parti da transenne di ferro: nella parte a destra scende chi ha ottenuto il permesso di sbarco; a sinistra scenderà chi ancora deve sottoporsi a ulteriori controlli; in quella centrale scenderà, forse, Evagelina, con altri suoi compagni di sventura. Siamo ora all’uscita, davanti al molo il traghetto è in partenza per Manhattan. Agostino e Salvatore vanno incontro al loro sogno americano. Per loro ci sarà lavoro, benessere, una grande famiglia e centinaia di discendenti sparsi per gli States.
Io resto senza fiato, un nodo alla gola. Con la visita a Ellis Island il cerchio si chiude. Dopo infinite ore trascorse ad analizzare online centinaia di documenti e una ricerca iniziata anni fa negli archivi ho finalmente ricostruito la storia di due dei tanti milioni di migranti che con le loro braccia e la loro intelligenza contribuirono a far grande la storia d’America
Grazia Villasanta





