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Sa Festa Manna

Ferragosto, festa religiosa e popolare insieme è  una festa con una tradizione millenaria alle spalle, che abbraccia anche i popoli pagani e gli antichi romani fino a sfociare nella grande devozione mariana. Deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto), festività istituita dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti festività cadenti nello stesso mese, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. La celebrazione più importante cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea della maternità. Con l’avvento del cristianesimo, a partire dal V secolo, la solennità della Vergine Maria cominciò ad essere celebrata in luogo di quella di Diana. La festa dell’Assunzione è detta nella liturgia bizantina Festa della Dormizione, da dormitio, l’addormentarsi, il chiudere gli occhi alla vita. In poco tempo la festa si diffuse in tutto il mondo cristiano. Una svolta importante nella storia di Ferragosto si ebbe durante il Ventennio Fascista, con l’introduzione dell’istituzionale gita fuori porta quando il regime iniziò ad incentivare centinaia di gite popolari organizzate dalle associazioni dopo lavoristiche. Vennero così istituiti i “Treni popolari di Ferragosto” con la possibilità di fare, a prezzi stracciati, la ”gita di un solo giorno” con un raggio di percorrenza di 50-100 km e la ”gita dei tre giorni” con un raggio di circa 100-200 km. A godere maggiormente di questa iniziativa furono le classi sociali meno abbienti che si trovarono in pochi anni a vedere per la prima volta il mare, a visitare le principali città italiane fino allora viste solo nelle fotografie in bianco e nero, e a scoprire le gioie della montagna.

In Sardegna sono oltre cento le feste celebrate il 15 agosto in onore dell’Assunta e ben diciotto le parrocchie a Lei dedicate. Il culto della Madonna Dormiente arrivò nell'isola con i bizantini, quando la Sardegna passò sotto il controllo di Costantinopoli. Ciò spiega il fatto che in molte parrocchie la Vergine venga rappresentata dormiente, su una lettiga e non trionfante, come è invece caratteristico della tradizione della chiesa romana. 

A Domusnovas, la festività del 15 agosto è  solennemente celebrata da tempi remotissimi, con menzioni nei diari di viaggio dei viaggiatori del Ottocento che riportano gli antichi festeggiamenti tramandati quasi inalterati fino ai nostri giorni: le messe, il panegirico alla Santa, la processione, un tempo impreziosita dalla presenza de "is traccas" sostituite ora dai moderni trattori. A questa festività è legata anche il rito di su carru de sa linna, un'antica tradizione di cui non si conosce l’origine, altresì documentata nei suddetti diari e in documenti conservati nell’Archivio Storico di Domusnovas e nell’Archivio Diocesano di Iglesias.

Sa Festa Manna a Domusnovas   “Tra giugno e luglio quando, finalmente, arrivato il tempo della raccolta, si falciavano i campi e con l’aiuto dei buoi si trebbiava il grano e i cereali e tutto s’immagazzinava nei solai e nei fienili, le fatiche dei contadini terminavano. Dopo il ciclo dell’anno agricolo anche la terra aveva bisogno di riposo. Il mese di agosto, detto austu pagaroi, era il periodo più atteso dell’anno per tutti i messaius del paese. Era il mese in cui i contadini e tutti i braccianti agricoli ricevevano la loro paga, indiscutibilmente “in natura”: capi di bestiame, scorte di cereali, legumi,olio. Ma l’eccitazione più grande era per Sa Festa Manna, dedicata alla Vergine Assunta che si svolgeva la settimana dopo Ferragosto.

Sa Festa ‘e Austu  era la festa dei contadini per eccellenza, che con le loro offerte e le solenni processioni ringraziavano la Vergine per l’annata passata.[…] Al passaggio de is obrieris durante sa circa per la festa, chiunque dava il suo contributo, benché puntualmente con la stagione delle “intemperie” (la malaria) la Madonna non si accontentava della sola offerta in grano e cereali, ma voleva con sé, per la sua Coroncina, anche le giovani vite dei loro figli. Si diceva, infatti, che gli angioli che coronavano il trono della Vergine venissero scelti tra i bambini morti durante il mese dell’Assunta. Per tale ragione la giovane vita di un figlio che moriva in agosto, veniva mestamente offerta in dono alla Santissima Vergine.

                                                          

Ogni anno un proprietario metteva a disposizione della chiesa un suo terreno boschivo e i bagarius offrivano il loro lavoro tagliando e accatastando la legna. Alcuni giorni prima dei festeggiamenti, un corteo di carri, diretti alla Valle di Oridda, si snodava lentamente per le vie del centro. Tra questi vi era il carro de is bagarius che passando davanti alla casa di ragazze da marito proclamavano in coro il rituale “giogara e giogara”, al quale si rispondeva con un maestoso “e chini giogara?”, all’unisono venivano  proclamati i nomi  degli innamorati, seguiti da urla di ammirazione o di presa in giro. Da quel momento in poi la nuova coppia era “ufficialmente” costituita. Arrivati nelle splendide foreste appallasa ‘e sa Grutta, si bivaccava qualche ora per la notte e al sorgere del sole il taglio della legna era concluso. Tornati al paese venivano preparate le cataste di legna ed era poi compito de is obrieris arrostire le succulente carni di una delle “vacche di  Santa Maria” sacrificata ogni anno per dare da mangiare ai poveri. Il restante legname veniva venduto nel santo e venerato nome della Vergine e col ricavato, spettante alla chiesa, veniva assicurata la manutenzione del simulacro, le nuove vesti e gli addobbi.

 

La festa si protraeva per una settimana circa tra festeggiamenti sacri e profani: messe cantate, processioni, offerte di ceri, prove di forza quali “l’albero della cuccagna” o “la corsa dei sacchi”, pariglias, balli e gare poetiche. Capitò persino, nel lontano 1881, che il frate del convento di Iglesias, incaricato di tenere il tradizionale panegirico in lode della Vergine Maria si desse “malato” rammaricandosi di aver sostenuto durante la Quaresima appena trascorsa la spesa di ben 15 franchi per il noleggio dei cavalli e dell’omnibus che l’aveva condotto a Domusnovas da Iglesias. Intervenne l’amministrazione comunale nella persona del Consigliere Anziano signor Antioco Strina che richiamò il frate al suo obbligo spirituale in quanto riteneva che “anche quando Padre Innocenzo fosse effettivamente ammalato non l’esonera d’esser tenuto a fare, o far fare il panegirico della Vergine Assunta pertanto questo municipio sabato mattina  ”lo” manderà i cavalli onde eseguire  o far eseguire un suo indispensabile obbligo”.

Erano giorni sereni e festosi per tutti i domusnovesi, era finalmente arrivato il momento di godersi quei pochi giorni di festa e di riposo prima de su Cabudanni.

                                                                                                 

I primi temporali di fine agosto arrivavano puntuali e i festeggiamenti dell’8 settembre dedicati ancora una volta a Santa Maria Bambina segnavano l’inizio del nuovo anno contadino.                                                                    

Tutti i messaius del paese, dopo poche settimane di fugace riposo ricominciavano il loro  duro lavoro”.

Tratto dal libro “Il paese che profumava di aranci” di G.Villasanta

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Chiesa Beata Vergine Assunta e tradizionale "Carru 'e sa linna" 

anno 2004  foto coll. Circhiola

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"Su Carru 'e sa Linna" foto D'Alessandro anni 50

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Allestimento de "Su Carru 'e sa Linna"

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"Is Obrieris" della Festa di Santa Maria Assunta anni 50  coll. Emidio Canavera 

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Processione anni 50 con l'antico simulacro dell'Assunta coll.Emidio Canavera

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